Ferrata Monte Albano "Ottorino Marangoni" 2014, Mori
Via Ferrata TD / Molto Difficile, saliremo con la nuova versione 2014 della ferrata fino ai prati di Zèle (600), ritorneremo con comodo sentiero.
Descrizione breve: questo percorso è stato riaperto, nell'aprile del 2014, è uno dei più impegnativi della zona. Rispetto alla versione precedente, la difficoltà è diminuita, secondo me, era ED / Estremamente Difficile ora è scesa di un grado a TD / Molto Difficile. Ha passaggi verticali ed a strapiombo su roccia unta che ora sono facilitati da staffe e da un cavo ben teso. Il sentiero attrezzato di rientro 675B è stato smantellato.
- Introduzione
- Descrizione
- Informazioni
Introduzione
Destinatari: nonostante la difficoltà elevata è molto frequentata, purtroppo spesso da gente non preparata, che blocca il flusso e spesso costringe ad interventi del soccorso alpino, per fortuna ora si paga quando non ci sono feriti. Destinata ad un pubblico selezionato, rimane uno dei percorsi più sottovalutati, probabilmente a causa della comodità di accesso.
Storia: si tratta di un percorso storico, realizzato (1976) e gestito dalla Sat di Mori. Nel 2012, constatata la vetustà delle attrezzature e i pericoli di caduta sassi, venne parzialmente smantellata per renderla inutilizzabile. Nel 2014 ha riaperto, ora è modernamente attrezzata e più sicura. Sono stati fatti interventi di disgaggio e di messa in sicurezza di tutta la parete che sovrasta la ferrata. Il sentiero di rientro attrezzato 675B è stato smantellato dalle guide, su incarico della Sat di Mori, perché troppo esposto al rischio di frane e di caduta massi. Non provate a scendere!
Paesaggi: panorami su Mori, sul Monte Baldo e sulla valle dell'Adige.
Ambiente e natura: molto bella la zona del Santuario, dove inizia anche un percorso botanico.
Luoghi storici: il Santuario di Monte Albano, costruito nel 1556. E' dedicato alla Madonna dell'Annunziata, ha un particolare campanile a cuspide e un grande orologio a Sud, il diametro è di 4 metri. Di pregio abbiamo il portale che è di Luigi Bombana e all'interno le tele del 1600 di Gasparantonico Cavaicabò.
Descrizione
Partenza/arrivo: Mori, parcheggiamo nella periferia nord del paese, proprio sotto la stradina che sale al Santuario.
Percorso: il percorso si sviluppa inizialmente sulla comoda stradina che sale al Santuario ( è possibile salire anche dal centro paese con il sentiero 670). Dal Santuario il segnavia diventa il 675, sale prima con una mulattiera e poi con sentiero all'inizio della ferrata. Terminata la ferrata si segue un tratto di stradina e poi si rientra con il sentiero 670 difficoltà E.
Ferrate: possiamo suddividerla come segue:
- tratto di test, i primi 5 metri non attrezzati, sopra il primo sasso a circa 3,5 metri hanno aggiungo una staffa, al posto del fittone, per evitare rovinose scivolate, (TD);
- il primo diedro canale di 25mt, che porta ad una piazzola, verticale ma ora pieno di staffe, (D); (uscita per ritirata sulla destra);
- il primo traverso a destra (del Gufo) di circa 30 metri, esposto e anche strapiombante, dove una volta non c'era possibilità di riposo, ora ci sono alcune staffe, comunque rimane molto difficile, ora probabilmente è il tratto più impegnativo della ferrata, (TD+);
- il secondo tratto verticale di 30 metri, un diedro che in alcuni punti strapiomba, ora riempito di staffe, comunque impegnativo, (D);
- il primo traverso a sinistra, di 30 metri, esposto ma con staffe, a metà si risale per 5 metri un canale, impegnativo, (D);
- la prima comoda cengia che prosegue verso sinistra per 40 metri;
- un torrione di roccia di circa 10 metri, una volta senza staffe era impegnativo perché molto scivoloso, ora è abbastanza facile;
- la seconda cengia di 50 metri, che prosegue a sinistra, con facili sfasciumi da superare;
- la cengia si assottiglia e con un passaggio aereo e impegnativo si doppia lo spigolo, altri 20 metri di cengia (D);
- si risale una paretina piena di staffe, e si riparte su una esile cengia che a volte scompare per circa 30 metri;
- arriviamo così al libro di via ed all'ultimo tratto, ripido, a volte strapiombante, ma anche qua, riempito di scintillanti staffe d'acciaio zincato, si sale per circa 40/50 metri e la ferrata è terminata; era il tratto più impegnativo, prima della ristrutturazione, per la lunghezza, la verticalità che non mollava e per la presenza solo di alcuni pioli, Ora è difficile e faticoso, ma meno tecnico e impegnativo del traverso del Gufo, (D+).
Condizioni: il percorso è in ottime condizioni per un escursionista esperto, ben segnalato e ottimamente attrezzato. Recentemente tutte le attrezzature sono state sostituite, quindi i tratti attrezzati sono perfetti. Le attrezzature sono posate in modo ottimale per favorire la sicurezza e la progressione, le staffe non sono presenti in modo esagerato sui traversi, mentre sui tratti in verticale non mancano.
Varianti: non sono più possibili non essendoci più il sentiero 675B, rientro obbligatorio sul 670. Purtroppo molte guide riportano ancora le informazioni che erano valide prima del 2012.
Consigli
Quando: il percorso, iniziando a bassa quota, è consigliabile nelle mezze stagioni, quindi primavera ed autunno. In estate direi di andare solo al mattino presto ed in giornate non troppo calde. In inverno è da evitare solo quando le temperature scendono sotto lo zero.
Altro: per quello che riguarda l'attrezzatura, che è quella standard per percorsi EEA, consiglio di indossare i guanti e di utilizzare una lounge, che consenta di rimanere in sospensione, utile per riposare e per fare foto.
Difficoltà
Sono quelle classiche di un percorso per escursionisti esperti, con difficoltà del tratto attrezzato TD = Molto Difficile: molto esposta, lunga, strapiombi, molti passaggi molto atletici e tecnici, richiede molta tecnica e forza nelle braccia.
Pericoli
I pericoli lungo il percorso, sono quelli classici di un itinerario attrezzato, esposto e soggetto a caduta sassi. Essendo molto frequentato, anche da gruppi di molte persone, è meglio prestare la dovuta attenzione a questo tipo di situazione; solo una persona per tratto ed attenzione a non smuovere sassi o rocce. Sui tratti verticali, fate attenzione alle distanze da chi vi precede, per non essere investiti e travolti in caso di volo. Un pericolo tipico di questa ferrata è l'imbottigliamento. Nelle giornate di forte frequentazione, è facile ritrovarsi fermi senza possibilità di proseguire o di ritirarsi. Se poi arriva un temporale o qualcuno va in crisi, si rischia di rimanere su delle ore.
Avventura | Storia | ||
Natura | Paesaggi |
Zona: | Monte Stivo e Bondone |
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Categoria: | Ferrate e sentieri alpinistici |
Difficoltà: | EEA TD / Es. Esperti molto diff. |
Dislivello totale: m. | 800 |
Durata ore: | 4 |
Informazioni generali: -->>> Si raccomanda di prendere sempre visione delle avvertenze <<<--
tipo di percorso: | anello, esposizione in salita: est, sud, in discesa: est, sud | frequenza passaggi: | alta nei fine settimana |
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periodo consigliato: | tutto l'anno, evitare: pomeriggi estivi, e d'inverno col gelo | stato del percorso: | 2014: ottimi cavi e infissi, buoni i sentieri |
possibilità di ristoro: | nessuna lungo il percorso, bisogna tornare in paese | valore storico: | discreto, c'è solo il Santuario di Monte Albano |
acqua potabile: | al Santuario, poi nessuna lungo il percorso | valore paesaggistico: | discreto, panorami su mori e sul Monte Baldo |
punti d'emergenza: | Il custode del Santuario | valore naturalistico: | discreto, macchia mediterranea e percorso botanico nelle vicinanze |
copertura cellulare: | buona | cartografia: | tutte le principali: Monte Stivo e Bondone |
Descrizione del percorso:
- Mori, parcheggiamo nella periferia nord del paese, proprio sotto la stradina che sale al Santuario, saliamo fino al Santuario di Monte Albano.
- Dove c'è un parco, con tabellone della ferrata, prendiamo la mulattiera che sale verso destra, direzione nord-est.
- Arriviamo così all'incrocio con il sentiero di rientro e proseguiamo a destra come da indicazioni in loco.
- Brevemente arriviamo così all'inizio della ferrata, che imbocchiamo con determinazione, i primi passi senza assicurazione e con gli scarponi impastati di terreno umido, sono i più insidiosi. Seguiamo così i cavi fino all'uscita, la descrizione dei tratti che compongono la ferrata, la trovate sopra.
- Usciamo dalla ferrata e proseguiamo verso nord-est, passiamo l'incrocio con il vecchio sentiero di rientro (smantellato) e arriviamo in una zona con prati coltivati.
- All'incrocio dove la stradina diviene asfaltata, svoltiamo a sinistra per andare ad imboccare il sentiero di rientro (indicazioni). Scendiamo quindi fino al punto 3 e di li rientriamo al parcheggio.
- Mori, parcheggio.