Ferrata Rino Pisetta al Monte Piccolo Dain, Sarche
Via Ferrata ED / Estremamente Difficile, rinnovata nel 2012, sul monte Piccolo Dain o Garzolet (970).
Descrizione breve: questo percorso è stato riaperto alla fine del 2012, è il più impegnativo della zona. Rispetto alla versione precedente, la difficoltà complessiva è leggermente scesa, grazie alla posa di un nuovo cavo ben teso e a qualche rara staffa, rimane comunque ED / Estremamente Difficile. Ha passaggi verticali ed a strapiombo, con esposizione continua, su roccia spesso levigata e con pochi appoggi.
- Introduzione
- Descrizione
- Informazioni
Introduzione
Destinatari: nonostante la difficoltà estrema è molto frequentata, spesso da gente non sufficientemente preparata, che si ritrova presto in difficoltà. Destinata ad un pubblico selezionato e ben preparato, rimane uno dei percorsi più ambiti per gli appassionati.
Storia: si tratta di un percorso realizzato nel 1982 e dedicato a Rino Pisetta. Constatata la vetustà delle attrezzature, il pericolo di caduta sassi, e la mancanza di un gestore, venne chiusa il 17/07/2009. Nel dicembre del 2012 ha riaperto, dopo il completamento dei lavori commissionati dal nuovo ente gestore, il comune di Vezzano. Ora è modernamente attrezzata e più sicura. Sono stati fatti interventi di disgaggio e di messa in sicurezza della parete che sovrasta la ferrata e la posa di nuove attrezzature per la progressione.
Paesaggi: panorami da favola sulla Valle dei Laghi, sul Bondone e sul Brenta.
Ambiente e natura: molto bella e preziosa la zona del Lago di Toblino, è un area protetta come Biotopo.
Luoghi storici: nei pressi della Chiesetta di S. Vigilio, passa il sentiero di S. Vili (Vigilio). Famoso per essere stato l'evangelizzatore di Giudicariae e Rendena nel 400 dopo cristo. Si muoveva a piedi lungo questi tracciati e pertanto gli è stato dedicato un sentiero che va da Trento a Madonna di Campiglio. Questo percorso è meta di pellegrini e camminatori. C'è inoltre Castel Toblino, antico castello medioevale di tipo lacustre. Attorno ad esso ruotano numerose leggende. Ora è un ristorante.
Descrizione
Partenza/arrivo: Sarche, parcheggiamo proprio sopra la rotonda per Madonna di Campiglio. La strada per salire al parcheggio del bocciodromo si trova proprio di fronte al distributore.
Percorso: il percorso si sviluppa inizialmente su comodo sentiero, fino al bivio dove il sentiero inizia a risalire verso la parete rocciosa. Il sentiero salendo diventa sempre più impegnativo, arriva ad un pulpito proprio sotto la parete. Qui inizia la via ferrata che termina sulla cresta nei pressi della cima. Per scendere avremo tre possibilità, dalla più breve ed impegnativa alla più lunga e tranquilla.
Ferrate: di seguito i tratti che incontreremo lungo la ferrata.
- Tratto di prova: i primi 25 metri attrezzati solo con cavo. Ci si alza per qualche metro, si attraversa a sinistra scendendo, poi si risale la parete fino ad una piazzola. Verticale, pochi appigli e pochi appoggi, roccia levigata dai passaggi, (ED).
- Alla piccola piazzola con pianta possiamo scegliere: a destra la via di fuga per la ritirata, a sinistra si continua. Se continuiamo risaliremo fino alla prossima placca difficile, distante circa 50 metri. Qualche gradone, fino ad una fessura più impegnativa, poi un traverso senza appoggi (TD), ancora un breve canale e siamo alla prossima pianta sotto la placca.
- Placca di 7/8 metri con fessura: tratto atletico e tecnico, verticale (ED). Usciti dalla placca si prosegue su una cengia fino al prossimo tratto verticale.
- Inizia una fessura verticale, scivolosa perché usurata dai passaggi, circa 10 metri, la fessura si allarga in un camino di circa 5 metri e ci porta su una cengia che prosegue a sinistra (TD).
- Al termine della cengia parte un nuovo camino, seguito da placche e da un nuovo camino che sbuca su comodo sentiero, lunghezza del tratto 30 metri.
- Dopo qualche metro di sentiero si affronta qualche gradone e qualche breve placca, si esce così sulla cengia che porta sullo spigolo aereo, circa 30 metri.
- Placca con spigolo aereo e panoramico: il tratto è verticale e risale con massima esposizione lungo questa bellissima placca fessurata. Con buona tecnica di movimento e usando bene i piedi è impegnativo ma gestibile, circa 25 metri (TD+).
- Dopo un breve tratto di sentiero, si risalgono alcuni gradoni, e poi una breve parete, si passa poi in uno stretto intaglio tra due sassi, circa 40 metri.
- Si arriva così in prossimità della successiva parete, alla cui base troviamo il libro di via. Quest'ultimo tratto è molto bello, roccia verticale ma molto articolata, in tutto circa 50 metri.
- Usciamo così su un tratto di sentiero che ci porta su un pendio di sfasciumi. Risaliamo su tracce, tra gli sfasciumi, con molta attenzione. Il tratto ha molte tracce e pochi segnavia sbiaditi, puntiamo non verso nord alla parete, ma a sud-ovest, verso il punto più basso della cresta sud. Giungiamo così alla bella cresta aerea che ci condurrà sulla cima, in tutto circa 200 metri.
Condizioni: il percorso di salita è in ottime condizioni per un escursionista esperto, ben segnalato e ottimamente attrezzato. Recentemente tutte le attrezzature sono state sostituite, quindi i tratti attrezzati sono perfetti. Le attrezzature sono posate in modo da favorire la sicurezza e la progressione. Il tratto di sfasciumi non ha segnavia e bisogna fare attenzione. Il rientro più breve, attraversa un canale detritico in movimento, è molto delicato.
Varianti: sono possibili tre varianti di rientro.
I° "del Guardiano", difficoltà EE, non segnata, quella che ho riportato sulla rotta, è la più breve (circa 1,15h se la si conosce), ma anche la più insidiosa. Si svolge sul versante sud-ovest. Il rientro inizia lungo la discesa a Ranzo, all'altezza dell'area pic-nic con fontana, qui per sentiero si scende prima in direzione nord e poi sud, ad incrociare una comoda mulattiera che porta alla località Guardiano (ben riconoscibile). Qui si scende per traccia ad attraversare il delicato canale che ostacola il passaggio. Il canale, erto ed in movimento è soggetto a caduta sassi, è molto pericoloso. Attraversato il canale, rimanendo in alto, si segue la traccia giusta che conduce in 20 minuti circa all'incrocio, dove ci si ricongiunge con la seconda variante di discesa.
II° "S. Vigilio", abbastanza breve (1,30h), difficoltà EE, segnalata, prevede la discesa fino all'asfalto. Sull'asfalto si va a sinistra, fino all'incrocio con la stradina che porta alla Chiesetta di S. Vigilio, poco prima della Chiesetta (indicazioni), un sentiero scende a sinistra in direzione sud, questo va ad incrociare la sottostante forestale. Sulla forestale si scende fino al tornante destroso di quota 550, qui parte a sinistra (indicazioni) in discesa il sentiero che ci conduce in 15 minuti sotto la parete sud del Piccolo Dain. Qui le due varianti sul lato sud si uniscono. Si scende per comodo sentiero (evitando le deviazioni che conducono sulle vie d'arrampicata). Ad un certo punto, il sentiero gira lo spigolo e in direzione nord-est arriva alle scale scavate nella roccia che permettono di scendere alla base della parete. Tratto attrezzato, esposto, con cavo, facile. Arriviamo così sul ripido sentiero che ci riporta a Sarche.
III° "sent. 613", abbastanza lungo (2,00h), difficoltà E, sentiero segnato, prevede la discesa sul versante nord, verso Castel Toblino. Si scende sempre sull'asfalto e si va a destra, si raggiunge così un Capitello con indicazioni per il rientro. Scesi fino a quota 450, è possibile attraverso una forestale e sentiero poi, rientrare lungo il versante sud-est. Se si vuole la soluzione più comoda e tranquilla, si scende fino a Castel Toblino sul 613 e si rientra lungo il lago..
Consigli
Quando: il percorso, iniziando a bassa quota, è consigliabile nelle mezze stagioni, quindi primavera ed autunno, più calde sono le giornate prima è consigliabile partire. In estate direi di andare solo al mattino molto presto ed in giornate non troppo calde. In inverno è da evitare quando nevica, o quando le temperature scendono sotto lo zero.
Altro: per quello che riguarda l'attrezzatura, che è quella standard per percorsi EEA, consiglio di indossare i guanti e di utilizzare una lounge, che consenta di rimanere in sospensione, utile per riposare e per fare foto. Data l'elevata difficoltà, io porto sempre anche uno spezzone di ½ corda da 15 metri. Col sole, nelle giornate calde, portate almeno un litro d'acqua.
Difficoltà
Sono quelle classiche di un percorso per escursionisti esperti, con difficoltà del tratto attrezzato ED = Estremamente Difficile: tracciata a volte volontariamente, alla ricerca di uno o più passaggi estremamente difficili. Probabilmente il passaggio è segnalato e spesso esiste una variante più facile.
Pericoli
I pericoli lungo il percorso, sono quelli classici di un itinerario attrezzato, verticale e a volte strapiombante, esposto e soggetto a caduta sassi. I lunghi tratti verticali, creano un contesto molto pericoloso in caso di caduta. Infatti, la forza d'arresto che si scaricherebbe sui fittoni d'acciaio trasversali, a cui è ancorato il cavo, nel caso di urto laterale del moschettone, ne comprometterebbe probabilmente la tenuta; resta il secondo moschettone, se agganciato correttamente. Quindi sui tratti verticali oltre al consueto precetto: "vietato cadere", (ma chi sa di cadere?), consiglio quanto segue: agganciare sempre, appena possibile i moschettoni sopra il frazionamento successivo e portare una corda per assicurare eventuali compagni in difficoltà. Sempre sui tratti verticali, fate attenzione alle distanze da chi vi precede, per non essere investiti e travolti in caso di volo.
Essendo molto frequentato, anche da gruppi di molte persone, fate molta attenzione a non smuovere sassi o rocce; su questo itinerario, sono frequenti i ferimenti provocati da sassi smossi.
Avventura | Storia | ||
Natura | Paesaggi |
Zona: | Monte Garzolet |
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Categoria: | Ferrate e sentieri alpinistici |
Difficoltà: | EEA ED / Es. Esperti estrem diff. |
Dislivello totale: m. | 1440 |
Durata ore: | 5 |
Informazioni generali: -->>> Si raccomanda di prendere sempre visione delle avvertenze <<<--
tipo di percorso: | anello, esposizione in salita: est, sud, in discesa: nord, ovest, sud | frequenza passaggi: | alta nei fine settimana |
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periodo consigliato: | tutto l’anno, evitare: pomeriggi estivi, e d'inverno col gelo | stato del percorso: | 2014: ottimi cavi e infissi, discreti i sentieri di salita, tracce in discesa |
possibilità di ristoro: | bar al paese di Ranzo e poi vari locali a Sarche, ccantina Toblino | valore storico: | Chiesetta di S. Vigilio, Castello di Toblino |
acqua potabile: | lungo la discesa e nella piana di Ranzo | valore paesaggistico: | molto buono, belli i panorami sulla Valle dei Laghi e le montagne |
punti d'emergenza: | Ranzo | valore naturalistico: | buono, macchia mediterranea e biotopo del Lago di Toblino |
copertura cellulare: | buona lungo la salita, mediocre lungo entrambe le discese | cartografia: | 055-Bondone per Tabacco |
Descrizione del percorso:
- Sarche, parcheggiamo al bocciodromo. Alla rotonda per Campiglio, di fronte al distributore, c'è il bivio con le indicazioni. Davanti all'ingresso del bocciodromo inizia il sentiero di avvicinamento (segnaletica), saliamo all'ingresso del bosco e andiamo a destra. Proseguiamo, ignorando i sentieri che si diramano in salita, paralleli alla strada statale per alcuni minuti.
- Arriviamo così ad un bivio con indicazioni per la ferrata, imbocchiamo a sinistra la salita e proseguiamo per comodo sentiero.
- Ad un certo punto il sentiero gira a destra e spiana, per arrivare ad un incrocio. Qui, dove rientra lungo il fianco della montagna una delle varianti di discesa, prendiamo un nuovo canale che sale a sinistra (indicazioni).
- Saliamo fino ad incrociare un sentiero che arriva a mezza costa da sinistra, qui teniamo la destra e per pietraia prima e piccoli salti di roccia poi, saliamo fin sotto la parete, qui il sentiero piega a sinistra e ci conduce alla piazzola dove inizia la ferrata (segnalazioni provvisorie).
- Inizia la ferrata che seguiamo (la descrizione è sopra) fino alla cima del Monte Piccolo Dain (970).
- Dalla cima imbocchiamo il sentiero che scende, quello giusto è quello che inizialmente sta verso i precipizi di sud-ovest (piazzole panoramiche), dopo poco gira verso nord e continua a scende ormai ben visibile. Scendendo il sentiero, diventato ora una mulattiera, ad un certo punto piega decisamente a destra su una forestale, dopo pochi metri la si lascia, per scendere sempre in direzione nord ancora su sentiero.
- Arriviamo così all'area pic-nic con fontana. Qui parte sulla sinistra la discesa più breve, più difficile e pericolosa, più complicata come orientamento. Proseguendo invece sul sentiero principale, si arriva a Ranzo, dove si possono scegliere le altre due alternative di discesa (sono spiegate sopra, alla voce varianti). Proseguiamo, prima quasi in piano, verso ovest e poi verso nord, per andare ad incrociare un sentiero che arriva da nord e scende verso sud.
- Imbocchiamo cos,ì sempre in piano, il sentiero verso sud, questo ad un certo punto, punterà in basso per andare ad incrociare la sottostante mulattiera.
- Arrivati sulla comoda mulattiera, la seguiamo verso sud fino alla località Guardiano. Da qui possiamo dare uno sguardo al sottostante canale franoso e decidere se proseguire.
- Se proseguiamo, scendiamo sul bordo del canale e lo attraversiamo con molta perizia, non bisogna scivolare. Bisogna rimanere alti per imboccare la traccia che continua sul lato opposto, tra le piante, sotto la parete. La traccia scende un po' e poi inizia ad attraversare. La traccia rimane alta, subito sotto la parete. Si arriva così ad una pietraia, dove la traccia non è più visibile, si attraversa, senza perdere quota, fino ad incrociare una traccia che scende tra pietraie e ghiaioni. Giunti nei boschetti, la traccia continua ad attraversare, fino al punto in cui incrocia il sentiero su cui scende la II° variante di discesa.
- Incrocio tra le due varianti, il sentiero prosegue prima in piano e poi in leggera discesa, ci sono molte deviazioni che vanno a nord verso le pareti (accesso alle vie superiori), o che provengono da sud, uscite dalle pareti sottostanti (vie di rientro), cerchiamo di rimanere sul principale e se ci accorgiamo di avere sbagliato, torniamo sui nostri passi. Se siamo giusti, dopo un po', scenderemo con vista panoramica sul Lago di Cavedine. Il sentiero cambia poi direzione e va verso nord-est, inizia un traverso esposto (cordino) che condurrà sulle scale nella roccia che permettono di scendere sotto la parete.
- Al termine delle scale, sotto la parete, c'è l'incrocio che viene utilizzato per andare a prendere la ferrata scendendo da Ranzo. Noi piegheremo a destra e con ripido e sdrucciolevole canale scenderemo nei pressi del bocciodromo.
- Parcheggio bocciodromo.