Ferrata Rio Sallagoni - Drena
Via Ferrata EEA / AD, per escursionisti esperti con attrezzatura / abbastanza difficile, che risale la forra del Rio Sallagoni e ci porta al Castello di Drena (390).
Descrizione breve: questa ferrata, non lunga ma abbastanza impegnativa, è molto particolare e suggestiva, è una specie di percorso d'avventura che si sviluppa in un canyon scavato nella roccia dal fiume. La ferrata termina nei pressi del Castello di Drena. Nel 2003 è stato creato un nuovo tratto che prosegue per un centinaio di metri.
- Introduzione
- Descrizione
- Informazioni
Introduzione
Destinatari: questo itinerario è molto frequentato dai turisti e può essere interessante quando si ha poco tempo a disposizione per affrontare percorsi più lunghi. E' utilizzato anche da chi sta iniziando a praticare questo tipo di attività e vuole fare esperienza su un percorso non troppo esposto ma emozionante, dove occorre avere un po' di forza e resistenza nelle braccia. Non è adatto ai bambini per la distanza tra il cavo e le staffe e tra le stesse staffe, è indicativamente richiesta un'altezza minima di 1,50 m.
Storia: originariamente nella forra passava un percorso per fuggire dal castello.
Paesaggi: dal Castello di Drena si gode di un bel panorama sulla valle.
Ambiente e natura: lungo il canyon, l'azione dei detriti mossi dall'acqua, in epoca glaciale, ha creato caratteristiche conformazioni chiamate: marmitte dei giganti. Quando la forra si allarga, troviamo un ambiente umido, con una vegetazione particolare.
Luoghi storici: usciti dalla ferrata troviamo il Castello di Drena; un antico maniero, era piccolo ma completamente autonomo. Si può salire sulla torre e godere di un bel panorama sulla valle.
Descrizione
Partenza/arrivo: per affrontare questa ferrata parcheggiamo lungo la strada SP 84, che sale da Dro verso Drena, poco dopo il campo di tamburello dove c'è un ampio parcheggio con un comodo parco. Non utilizziamo il parcheggio di fronte al campo di tamburello è più scomodo, non c'è ombra e non c'è acqua. Se arriviamo con l'autostrada A22 l'uscita è Rovereto Sud - Lago di Garda Nord.
Percorso: il percorso non è né lungo nè tecnicamente molto difficile, dove serve è attrezzato senza interruzioni. Svolgendosi in un canyon è umido e quindi abbastanza scivoloso. Il percorso è caratterizzato da una prima parte dove sono state attrezzate le ripide e strette pareti del canyon, nella seconda parte, quando la distanza tra le pareti aumenta, scende sul fondo della forra. Nella forra attraversa due ponti tibetani e poi con un ultimo tratto attrezzato ci conduce all'uscita verso il Castello di Drena. Nei pressi del castello si può fare una pausa, c'è un bar per ristorarsi ed è consigliabile visitare anche il maniero. Rientriamo poi su comodo sentiero. Nel 2003 è stato creato un nuovo tratto che prosegue per un centinaio di metri, il tratto è stato dedicato ai Caduti di Nassiria.
Ferrate: la ferrata può essere suddivisa in tre tratti.
. Quello iniziale nello stretto canyon tra le rocce, il più impegnativo, è attrezzato con cavo e staffe (abbastanza distanti), a volte la verticalità costringe anche ad esporsi oltre la verticale, serve resistenza nelle braccia.
. Quello intermedio sul fondo della forra, che ci accoglie con cascate ed una vegetazione tipica di ambienti umidi, ci conduce al primo ponte tibetano.
. Il tratto finale che ci porta fuori dalla forra con una parete attrezza ed il secondo ponte tibetano.
Condizioni: il tratto di ferrata che ci conclude attraverso la forra al Castello di Drena è stato riattrezzato ed è in ottime condizioni, per quanto riguarda i cavi e gli altri infissi, mentre lasciano un po' a desiderare le opere in legno.
Varianti:
- Via di fuga: poco dopo l'inizio, dove i cavi si sdoppiano, basterà salire anziché proseguire nella forra.
- Variante della catena: poco dopo il primo ponte tibetano è possibile una variante divertente, quella della catena che passa attraverso un paio di buchi verticali, basterà tenere d'occhio il versante destro orografico e quando si vede una catena attraversare. Si rientrerà poi sul percorso base, il terreno è viscido, attenti a non scivolare.
- Variante ai Caduti di Nassiria: inizia all'incrocio per il castello, consente di proseguire per la forra. E' un tratto poco attrezzato che si svolge nel greto del torrente, a volte un po' sporco e scivoloso
.
Consigli
Quando: il percorso, pur iniziando a bassa quota, è fruibile da marzo a novembre, quindi anche d'estate. In inverno, per la potenziale presenza di ghiaccio, è da evitare quando le temperature scendono sotto zero.
Altro: per quello che riguarda l'attrezzatura è quella standard per percorsi EEA. Consiglio inoltre di indossare scarponcini alti e impermeabili, guanti e di fissare all'imbrago un cordino fisso con moschettone che consenta di rimanere in sospensione sui cavi. Questo sarà utile per riposare le braccia e per fare le foto.
Difficoltà
Sono quelle classiche di un percorso EEA, per escursionisti esperti con attrezzatura, con difficoltà del tratto attrezzato AD = Abbastanza Difficile: esposta, anche lunga, ma poco di forza e sempre facilitata dagli infissi posti su di essa. Le difficoltà, lungo il percorso, sono legate alla verticalità delle pareti nel tratto iniziale ed alla scivolosità della roccia. Sui ponti tibetani serve equilibrio.
Pericoli
I pericoli lungo il percorso sono quelli classici di un itinerario attrezzato, esposto e soggetto a caduta sassi. E' molto frequentato, anche da gruppi, quindi: solo una persona per tratto specialmente sui ponti tibetani. Attenzione a non scivolare sui sassi viscidi.
Per maggiori dettagli:
Avvertenze Pericoli
e anche:
Pericoli Oggettivi
normalmente presenti in montagna.
Prendere sempre visione:
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Avventura | Storia | ||
Natura | Paesaggi |
Zona: | Stivo - Bondone (Monte Stivo) |
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Categoria: | Ferrate e sentieri alpinistici |
Difficoltà: | EEA AD / Es. Esp. abbastanza d. |
Dislivello totale: m. | 410 |
Durata ore: | 2 |
Informazioni generali: -->>> Si raccomanda di prendere sempre visione delle avvertenze <<<--
tipo di percorso: | anello | frequenza passaggi: | alta in stagione e nei fine settimana |
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periodo consigliato: | da marzo a novembre, evitare: pomeriggi estivi, d'inverno col gelo | stato del percorso: | 2014: ottimi cavi, infissi, ponti tibetani, degradate opere in legno |
possibilità di ristoro: | il bar nei pressi del Castello di Drena | valore storico: | il Castello di Drena che se aperto merita una visita |
acqua potabile: | fontane alla partenza e nei pressi del Castello di Drena | valore paesaggistico: | dalla zona del castello c'è un bel panorama sulla valle |
punti d'emergenza: | SP nei pressi del Castello di Drena | valore naturalistico: | interessante il canyon scavato dall'acqua e la flora che vi vegeta |
copertura cellulare: | scarsa o assente nella forra | cartografia: | tutte le principali: Lago di Garda Nord e presso Ingarda carte locali |
Descrizione del percorso:
- Parcheggiato a lato della SP 84, poco dopo il campo di tamburello, saliamo qualche scalino e attraversiamo il parco in direzione est fino alla forestale.
- All'incrocio con la forestale proseguiamo in direzione Sud, prima in piano e poi in discesa, dove la strada svolta a destra troviamo l'incrocio con le indicazioni per la ferrata.
- All'incrocio con tabellone per la ferrata svoltiamo a sinistra e con pochi passi arriviamo alla forra. Indossiamo l'attrezzatura completa da ferrata. Inizia il primo tratto che si svolge in verticale sulle pareti del canyon. Dopo alcuni metri c'è la via di fuga, dove i cordini si sdoppiano, basterà salire. Arriviamo così al secondo tratto, sul fondo del canyon, teniamo la sinistra salendo (destra orografica), per andare ad imboccare dal verso giusto il ponte tibetano più lungo, che è sospeso sulla cascata. Continuiamo, seguendo il cavo, a salire per alcune decine di metri sul lato opposto, quando il cavo finisce e siamo quasi in piano se vogliamo fare la variante della catena attraverso i buchi teniamo d'occhio l'altro lato del fiume. Se non facciamo la variante della catena proseguiamo spostandoci poi sulla sinistra per salire fino allo sbarramento, dove c'è il prossimo salto da superare. Se decidiamo di fare la variante della catena, attrezzata in modo artigianale, avventurosa e con qualche pericolo in più, attraversiamo il fiume con cautela e ci arrampichiamo verticalmente nel primo buco, sopra seguiamo il cavo nel secondo buco, poi proseguiamo fino a dove bisogna tornare sul lato destro per ricongiungersi all'itinerario originale. Attenzione a non scivolare quando si attraversa il fiume, è molto viscido. In un modo o nell'altro siamo arrivati allo sbarramento, qui inizia il terzo tratto. Originariamente il passaggio, salendo, era previsto sul lato destro (sinistra orografica), da alcuni anni è stata attrezzata la parete di sinistra con cavo e staffe. Saliamo quindi su roccia viscida e scivolosa su questo nuovo tratto e sbuchiamo sul secondo ponte tibetano. Lo attraversiamo e siamo all'incrocio tra l'uscita per il Castello e la variante Nassiria.
- All'incrocio per il castello, se abbiamo voglia di salire un altro tratto possiamo fare la variante Nassiria. Se vogliamo invece finire li il percorso nella forra saliamo verso il Castello. La variante dedicata ai Caduti di Nassiria si sviluppa per circa 100 metri sul fondo della forra, nel greto del torrente, supera con qualche ausilio qualche sasso che ostacola la progressione, esce arrampicandosi sui bordi di una vecchia discarica sotto il depuratore di Drena. Il tracciato è un po' sporco (rami, vegetazione ed altro) e se c'è poca acqua può essere anche un po' maleodorante.
- Risaliti fino al Bar nei pressi del Castello di Drena, che si trova in un piazzale a lato della SP 84, possiamo goderci il meritato ristoro. Dopo, possiamo andare a visitare il Castello di Drena. Secondo me ne vale la pena, sono solo 3 euro, è una realtà interessante che ci permette di capire come funzionava un piccolo presidio di questo tipo. Dalla torre si gode di un bel panorama sulla valle e con la luce giusta vengono delle foto fantastiche. Nei pressi ci sono anche delle aree per pic-nic, ho segnato sulla carta la più bella. Finita la fiesta scendiamo con il sentiero indicato per il rientro, si prende subito sotto il Castello.
- All'inizio della salita al castello c'è un incrocio con indicato il sentiero per il rientro, lo imbocchiamo e ci porterà alla successiva intersezione con la SP 84.
- Attraversata la SP, il sentiero prosegue subito sotto il tornante sul selciato della vecchia strada (inizialmente c'è un inutile cordino d'acciaio ancorato al muro di sostegno stradale). Continuiamo fino alla prossima intersezione con la SP 84. Ci possiamo arrivare in due modi, poco sopra la strada alcuni tagliano a sinistra e scendono una scarpata sulla strada, altri scendono comodamente e risalgono la SP per 20/30 metri per arrivare all'incrocio con il sentiero che scende.
- Arriviamo così sulla SP che dobbiamo attraversare per imboccare il sentiero di rientro più breve. Il sentiero inizialmente è una stradina di campagna in discesa che termina di fronte ad un prato, qui sulla destra, tra due muretti, scende il sentiero. Proseguiamo in discesa fino a quota 250, dove c'è un incrocio con una piccola scorciatoia che ci permette di scendere quasi sopra il parcheggio. Se invece andiamo avanti sul sentiero arriveremo comunque sulla forestale che avevamo imboccato all'inizio.
- Imboccato il piccolo sentiero a quota 250 proseguiamo fino alla forestale, da cui poi ritorniamo sui nostri passi fino alla macchina.
- Parcheggio sopra il campo di tamburello.